Rispondiamo subito: sì!
Le case editrici che scelgono di pubblicare seguendo un’idea sono sempre più diffuse: conosciamone le caratteristiche e facciamo qualche previsione sul loro futuro
Buon 2025!
Ormai il nuovo anno è iniziato da qualche giorno, le luci sono state riposte nelle scatole e tutta la rutilante atmosfera natalizia è ormai finita, insieme forse alle scorte di panettone.
Come tutti siamo tornati al lavoro e apriamo il nostro nuovo anno del blog con un articolo che affronta un tema a noi caro: le case editrici di progetto. Cosa sono? In cosa si differenziano dalle case editrici tradizionali? Cosa pubblicano? Qual è il panorama indipendente in Italia? Che prospettive hanno per il futuro in un mercato editoriale italiano che sembra sempre più saturo e competitivo?
Cercheremo di rispondere a queste domande e farci sorgere qualche riflessione in questo primo articolo del Wiseblog 2025.
Buona lettura!
Case editrici di progetto: come nascono?
Com’è intuibile dal nome, le case editrici di progetto nascono da una forte idea identitaria. Costruisce il proprio catalogo su un’idea portante forte, ben definita, che possa costituire un’offerta letteraria interessante per i lettori, magari andando a coprire qualche nicchia non ancora occupata.
Le case editrici di progetto hanno avuto il loro primo sviluppo negli anni Novanta, dando vita ad una galassia di realtà diverse e indipendenti che ancora oggi pubblicano titoli in linea con il progetto stabilito alla loro nascita.
In particolare, negli ultimi anni si è assistito al proliferare di piccole case editrici indipendenti che hanno saputo raccogliere intorno a sé non solo talenti ma anche molto consenso, riuscendo a offrire una proposta letteraria diversificata e di qualità.
Da cosa parte un progetto editoriale di questo tipo?
Beh, potremmo raccontarlo parlando anche di noi.
Wiseman nasce intorno all’idea di costruire una mentalità aperta all’imprenditorialità, raccontando non solo il mondo dell’impresa in sé, ma anche storie di chi è riuscito a creare un prodotto, un’azienda o anche un nuovo modo di pensare la contemporaneità. Il nostro scopo è parlare di impresa (e di imprese, in senso lato) al pubblico che in genere non viene attirato da queste tematiche.
Ecco: un progetto editoriale coeso, che parte da un’idea portante e sceglie testi che si parlano tra loro, che costruiscono una rete di suggestioni e di temi che li rende uniti anche se diversi.
Identificare una nicchia e scegliere i titoli
Una volta stabilito il cuore della casa editrice è necessario identificare un segmento in cui posizionarsi e quindi i testi che si vogliono pubblicare.
Infatti, ogni editore deve trovare il giusto compromesso tra il voler pubblicare ciò che gli piace e il dover pubblicare ciò che il pubblico potrebbe accogliere con più favore. Un bravo editore però è in grado, con la sua offerta, di creare uno spazio per un tema, un autore o un genere che fino a quel momento non esisteva o non era così evidente.
Analizzando il mercato, le preferenze dei lettori, le tematiche più discusse che i grandi editori potrebbero non approfondire, una casa editrice di progetto può identificare una richiesta non ancora soddisfatta alla quale poter rispondere.
Le case editrici di progetto possono rivolgersi a diverse fonti per reperire i titoli da valutare e in caso pubblicare: dalle agenzie specializzate, il cui ruolo di intermediazione è spesso poco valorizzato, agli scout indipendenti, fino ai traduttori e ai lettori esterni, ai quali possono essere affidati testi in valutazione. Ma negli ultimi anni sono sfruttatissimi anche i social media, in particolare Tik Tok, Instagram e Youtube, per individuare trend, titoli e argomenti che convogliano l’interesse dei lettori.
Questo approccio molto focalizzato permette alle case editrici di progetto di competere anche con editori più grandi, benché non in termini di volume di pubblicazioni; la prospettiva unica, eccentrica e indipendente delle case editrici di progetto è ciò che le rende indispensabili nel panorama editoriale, poiché riescono a parlare ai lettori che non trovano ciò che cercano nei gradi editori, spesso troppo concentrati a fare cassa più che a offrire spunti innovativi.
Storie di ingegno, intuizione e solidità editoriale: gli esempi in Italia
L’editoria italiana non è parca con le storie di case editrici di progetto che sono state in grado di costruirsi una solida reputazione, oltre che una comunità di lettori affezionati, pronti a seguire le novità con aspettativa ed entusiasmo.
Non volendo farne un elenco (che sarebbe noioso, anche se dimostrerebbe che questo tipo di case editrici gode di buona salute) riporteremo solo qualche caso di editori che hanno saputo scegliere un’idea forte e costruirvi intorno un’offerta editoriale all’altezza.
- minimum fax: nasce con lo scopo di portare in Italia la letteratura statunitense, spaziando fra i generi in modo libero ma raccontando realtà e nature complesse. Muovendosi nei territori italiani, come i primi due volumi pubblicati nel 1994, e in quelli statunitensi, minimum fax racconta luoghi remoti e umanità in evoluzione. A lei si deve la prima pubblicazione fuori dagli USA di David Foster Wallace.
- Fanucci: fondata a Roma nel 1971, è stata per anni la casa del fantastico, evolvendosi poi verso altri lidi come il fantasy, l’horror e la fantascienza. Unisce la riscoperta di autori classici alla ricerca di nuove voci. Nel suo catalogo troviamo pietre miliari come DUNE di Frank Herbert e il classico Arthur Machen.
- Iperborea: la linea di questa casa editrice non è soltanto riconoscibilissima dal particolare formato dei loro volumi (un rettangolo 10×20 che somiglia a un mattone), ma dallo sguardo diretto alle letterature del nord Europa. Iperborea ha portato in Italia autori premio Nobel come Selma Lagerlöf e contemporanei di successi, aprendo un panorama di storie e lingue fino a quel momento non frequentato.
Case editrici di progetto e lettori: costruire un senso di comunità
Proprio concentrarsi su nicchie, lingue poco trattate e generi definiti aiuta le case editrici di progetto a costruire non solo la propria identità, ma a farlo nei confronti del loro pubblico.
Una comunione di gusti che unisce chi pubblica libri, scegliendo ciò che gli piace, e chi li legge e trova la perfetta corrispondenza con i propri gusti.
Una comunità di lettori affezionati gioca un ruolo pivotale nel successo delle case editrici indipendenti, rafforzando e nutrendo un senso di appartenenza e di coinvolgimento. Questo forte legame spesso agisce come sistema di supporto perché i lettori sono anche “strumenti” per comunicare il libro al di fuori della strategia definita dalla casa editrice: il passaparola, i social, le letture condivise sono tutti modi che possono fornire all’editore feedback importanti sul lavoro che sta svolgendo.
Nutrendo queste relazioni, le case editrici di progetto e indipendenti possono creare una stretta rete di sostenitori che aiuteranno a sostenere il progetto editoriale, aumentandone la crescita e la visibilità.
È un rapporto a due binari, dove l’editore propone qualcosa, creando un filone, un tema, uno stile, e il lettore recepisce e rimanda un feedback, oltre a scoprire in prima persona suggestioni e atmosfere che poi possono trovare espressioni in opere letterarie.
Il futuro delle case editrici di progetto: si accettano previsioni?
In un mondo e in un mercato come quello moderno, fare speculazioni è uno sport estremo.
Nel 2025 potremmo accettare come previsione il fatto che le case editrici di progetto continueranno il loro lavoro di riscoperta e recupero di autori dimenticati parallelamente alla scoperta di nuove voci. Non diciamo nulla di nuovo, ma già riuscire a confermare il proprio spazio è un ottimo risultato.
Potremmo anche ribadire il ruolo sempre più centrale dei social e quindi delle community dei lettori, che faranno sentire la loro presenza con le recensioni e il passaparola. Non si può negare infatti che i principali casi letterari degli ultimi anni siano nati proprio dalle comunità dei lettori.
Rimane sempre valida la necessità di adattarsi alla velocità con la quale cambia il mondo, anche se il mercato editoriale sembra essere un po’ più lento a metabolizzare alcune forze.
Navigare in questi mari contrastanti richiederà innovazione continua ma idee salde, oltre a profonda dedizione al proprio progetto. In questo modo le case editrici di progetto potranno continuare a offrire titoli in linea col progetto iniziale, ma innovativi nel modo di rivolgersi alla comunità di lettori.
Non è necessario soltanto restare competitivi, ma restare fedeli al progetto che costituisce la vera identità della casa editrice.
Speriamo che questo nuovo articolo vi sia piaciuto e speriamo che continuiate a seguirci in questo nuovo anno!
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