Charles William Eliot è stato un grande aforista e accademico statunitense, presidente tra le altre cose della Harvard University tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Fu anche l’ideatore e curatore della collana di cinquanta opere classiche della letteratura mondiale, nota come Harvard Classics. Uno che di libri, insomma, se ne intendeva.
A lui è attribuita una delle frasi a nostro parere più interessanti sul libro:
I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti.

Ecco perché per rispondere alla mission aziendale Wiseman si è costituita come casa editrice: per diffondere anche in Italia e in italiano, quegli “amici tranquilli” che possono lavorare insieme a noi, sulle nostre scrivanie e dai nostri scaffali, alla costruzione di una cultura imprenditoriale più internazionale.
E gli imprenditori italiani hanno davvero bisogno di questo.
Ripensare la cultura imprenditoriale italiana
Siamo convinti che il modello di business italiano – per intenderci, quello della Piccola e Piccolissima impresa, per questo flessibile, reattiva, capace di innovare ed innovarsi con velocità e con elevata frequenza – possa ancora essere vincente anche all’estero.
In un mercato sempre più V.U.C.A. il modello di sviluppo imprenditoriale italiano continua a produrre ancora ricchezza, benché con differenze paurose a seconda della regione o del tessuto economico, ma con la consueta tenacia di chi vede nell’azienda una sorta di famiglia, dove non ci sono padroni e dipendenti, ma lavoratori che collaborano con l’imprenditore per portare a casa il risultato. Essere piccolo, in questo senso, aiuta a reagire e ad adattarsi.
Crediamo che questa caratteristica sia vera anche FUORI dai confini nazionali e possa essere il punto di partenza per riflettere sui cambiamenti necessari affinché l’impresa italiana conquisti il posto che merita.
Perché se è vero che per anni si è sostenuto che per internazionalizzarsi l’impresa italiana avrebbe dovuto aggregarsi, diventare media e poi grande, così da affrontare sfide sempre più importanti e mercati sempre più vasti (e qualcuno l’ha fatto, con ottimi risultati, ma per i più non è stato possibile) è anche vero che alla luce degli eventi che sono accaduti, ci si è resi conto che questo scatto di crescita non dipendeva da questioni legate alle dimensioni aziendali, quanto soprattutto a questioni legate alle dimensioni mentali.
Crescere e far crescere l’impresa significa fare cose che i nonni e i padri non hanno fatto; di conseguenza, significa fare passi che nessuno ci ha insegnato.
I libri fanno crescere anche l’impresa
Non bastano i consulenti motivatori, quelli che “gridano il successo” da palchi di teatro di fronte ad assemblee oceaniche: raccontano quasi tutti le stesse cose imparate sui libri di Carnegie (che risalgono agli anni 20) e Covey (anni 70), se li hanno letti. Ci sono migliaia di sedicenti consulenti aziendali, truppe cammellate inviate con il porta a porta aziendale o con le telefonate a freddo “contro” qualsiasi partita IVA che di quei libri di Covey, Carnegie, Goleman o Sinek non conoscono nemmeno il contenuto e riportano solo slogan.
Queste persone non fanno bene all’imprenditore, non lo aiutano nelle sfide di tutti i giorni. Non trasmettono informazioni, non divulgano idee innovative e non forniscono contributi alla strategia aziendale, di fatto non sostengono chi fa impresa nel miglioramento delle sue abitudini e nella capacità di scelta.
Mentre il mondo del business produce ogni mese innovazione, modelli, studi nuovi, che l’imprenditoria italiana DEVE conoscere perché – anche se piccola – può e deve proporsi sui mercati più grandi, per poter crescere.
Ecco allora che i libri, originali o tradotti da quelle culture che producono innovazione, diventano – come dice Eliot – “insegnanti pazienti”: ci raccontano le vite di imprenditori che hanno realizzato progetti visionari, ci trasmettono le loro strategie, le loro abitudini, le loro intuizioni e anche gli errori che hanno commesso. Sono inglesi, americani, giapponesi, imprenditori e studiosi che ci parlano ancora attraverso i secoli, senza pretendere di essere imitati in tutto e per tutto, senza imporre un modello, ma elargendo infiniti spunti e condividendo le loro esperienze.
Raccontano mercati ed epoche diverse, con condizioni distanti anche anni luce da quelle moderne. Ma il nucleo delle loro storie è ancora caldo e pulsante: l’imprenditore italiano potrà senza dubbio assimilare, trasformare e selezionare quelle idee e pratiche che possano permettergli di crescere e creare un grande business.
I libri quindi, e di conseguenza gli audiolibri ed i video, sono un grande prodotto di cultura imprenditoriale: E devono essere per questo ben scritti, certamente, e ben fatti, dalla rilegatura, alla scelta della carta.
DISPONIBILE
Le basi del Mindset imprenditoriale - Seconda edizione
I Perché€14,90
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