Tutti sappiamo cos’è la copertina di un libro, ma pochi di noi sanno che la copertina è composta da singole parti, ognuna delle quali con proprie caratteristiche e curiosità.
Ecco allora alcune note interessanti sulle componenti di una copertina e sullo standard dei contenuti.
Proseguiamo con l’analisi dell’anatomia di un libro, già intrapresa da tempo, per parlare di copertina e sovraccoperta.
Copertina
La coperta – o copertina – è la parte più esterna di un libro, quella che ci colpisce per prima, dove leggiamo il titolo e dove i grafici si sbizzarriscono con immagini, fotografie e font particolari. La troviamo rigida, per edizioni preziose o per volumi che hanno una rilegatura importante, in cui viene usato del cartoncino spesso incollato al dorso della prima pagina bianca, oppure flessibile in cui del cartoncino meno spesso avvolge e tiene incollato il blocco dei fogli della brossura.
Nei primi e più antichi libri, la sua funzione era quella di proteggere il contenuto: se infatti parliamo di manoscritti, potete immaginare quanto potesse essere prezioso un volume in carta o pergamena scritto in in ore di lavoro, magari con miniature. Per questo le prime copertine erano addirittura in legno, a volte rivestito di cuoio o tessuto, con bordi e angoli in metallo. Man mano che si ridussero le dimensioni dei libri e si introdusse la stampa, le copertine si alleggerirono e divennero sempre più pratiche, rendendo i volumi facilmente consultabili e altrettanto facilmente trasportabili.
Nel libro moderno la copertina, oltre ad avere sempre il compito di proteggere il contenuto (anche se i supporti sono diventati man mano più economici) ha assunto il ruolo fondamentale di catturare lo sguardo e l’attenzione dei lettori, diventando il primo strumento promozionale, il primo biglietto da visita, verso il lettore: nel mare magnum dell’editoria, tra le migliaia di titoli in esposizione sugli scaffali, la copertina di un libro deve conquistarci con un aspetto grafico accattivante, ricercato, studiato. E convincerci ad acquistare il titolo.
In tipografia, la copertina è suddivisa in quattro parti che vengono chiamate “prima”, “seconda”, “terza” e “quarta”, nomi che come vedremo poco sotto si ripetono anche nella sovraccoperta, e da un dorso che rappresenta lo “spessore” materiale del libro, dacché racchiude i fascicoli del volume. Dal punto di vista grafico la parte più in vista del libro è la prima di copertina (o “piatto anteriore”, nel caso delle copertine rigide) mentre la “quarta di copertina” (o “piatto posteriore”), meglio conosciuta come Quarta, ha assunto un importantissimo ruolo promozionale in tempi moderni.
Sulla prima di copertina in genere viene riportato solamente il titolo e l’autore del libro (raramente la casa editrice, in fondo), mentre in quarta assieme alle note biografiche dell’autore è spesso riportata una breve sinossi pubblicitaria dell’opera, oppure anche solo una o due citazioni, dal libro o da qualche critica letteraria uscita in proposito.
Sovraccoperta
Nelle edizioni maggiori il ruolo “promozionale-pubblicitario” – anche in seguito alle economie di scala e alla necessità cronica di prodotti sempre meno costosi – è passato alla sovraccoperta (o sopracoperta), un foglio in cartoncino plastificato che avvolge completamente il libro. In questo caso, la sovraccoperta sostituisce la copertina nella sua funzione promozionale ed è su di essa che viene riportata la grafica, con tutti i dati relativi all’opera. Nella copertina rimangono solo il titolo, l’autore e l’editore.
Questa pratica consente di lasciare alla copertina il solo ruolo di protezione e delegare ogni altro compito a un accessorio la cui stampa in quadricromia, magari con effetti grafici particolari o a rilievo è certamente meno costosa.
Inoltre la sopraccoperta può essere facilmente sostituita laddove si debba procedere ad aggiornamenti, riedizioni, o qualsiasi altro cambiamento di immagine (ad esempio un premio letterario) che non abbia effetto sul contenuto.
Come si evince in figura, la sovraccoperta permette di dotare il libro anche di due pratiche “alette” – le parti bianche che vengono ripiegate all’interno della copertina: nell’aletta anteriore, la “seconda di copertina” per ovvi motivi, in genere è riportata la trama del libro, con qualche eventuale cenno alle immagini utilizzate in prima, mentre nell’aletta posteriore, chiamata “terza di copertina” per altrettanto ovvi motivi, sono in genere riportate foto e note biografiche dell’autore.
L’ultima invenzione del marketing (più che dell’editoria in senso stretto) in termini temporali è la fascetta, una striscia di carta colorata appariscente che avvolge il libro trasversalmente: in genere riporta slogan pubblicitari per sottolineare il successo del libro e invogliare il compratore, o per sottolineare premi e partecipazioni ad eventi interessanti.
È chiaramente assente nel libro antico, rarissima nelle edizioni di pregio e il più delle volte inutile nei formati tascabili economici. In Italia la fascetta è oggetto di sottile ironia per la tendenza a usarla come “megafono” promozionale un po’ esagerato (spesso infatti riportano cifre di vendita non riscontrabili).
Esiste addirittura un blog – Fascetta Nera – con una spassosa raccolta delle “migliori” fascette degne di qualche nota.
Eccoci giunti alla fine di questo brevissimo e speriamo interessante excursus sulle componenti di un libro; se avete perso le puntate precedenti potete recuperarle nel nostro blog magari approfondendo la rilegatura o il mondo della carta.